“…canta, canta, vedremo poi quando arriverà l’inverno!” ammoniva in una fiaba la formica riprendendo il fare sconsiderato della cicala. L’inverno è arrivato anche qui, nella realtà, ma stavolta dura da più di un anno e non sembra voler andarsene. La pandemia che ha sconvolto radicalmente la vita quotidiana in ogni angolo del pianeta.
Così come per il distanziamento sociale, gli assembramenti, la mascherina … molti dei nostri usi e costumi sono messi in discussione; anche le convinzioni sociali che nel tempo l’uomo si è costruito per raggiungere il benessere.
Dinnanzi a queste nuove dinamiche, in prima battuta non si può che resistere, finché non risulta necessario reagire.
Così ci si chiede se l’operosa formica, così ancorata alle sue certezze, sia propedeutica ad una ripartenza, oppure se sia la cicala la guida più appropriata al risollevamento. Lei, aliena alla buona volontà, ma con quel pizzico di sana incoscienza che diventa scudo per affrontare una situazione tanto incerta.
Sul fronte economico infatti il risparmio obbligato e involontario di beni di consumo a cui ha costretto il lockdown , sta generando un risparmio prudenziale a 360°. Il consumatore pervaso dalla paura del domani, ha tirato il freno agli investimenti e rinunciato alla speranza. Ecco che la favola della cicala e della formica, parabola dell’economia moderna, che negli ultimi decenni ha incoraggiato l’accumulo precauzionale e compulsivo, è sottoposta ad una lettura diversa. Quella della cicala che, carica di leggerezza e spirito di ottimismo contribuisce ad allentare il freno e la morsa della paura.
In questo senso l’esortazione del Presidente della Repubblica nel discorso alla nazione «siate costruttori», è emblematica della necessità imminente di rimboccarsi le maniche e guardare al futuro come opportunità. E non lasciare che le costrizioni presenti offuschino le proiezioni future. Non si tratta ‘solo’ di costruire sulle macerie di un anno di distruzione, avviando nuovi investimenti.

Per noi assume una connotazione ancora più significativa perché coinvolge un progetto insieme lavorativo e famigliare. Un sogno iniziato quindici anni fa e che entusiasmo e creatività hanno costantemente alimentato e rinnovato. Per un anno la pandemia lo ha fatto vacillare, ma non ha avuto la meglio. Oggi, anche se nulla è ancora migliorato, se nessuno assicura un ritorno alla ‘normalità’, il nostro progetto si avvierà al compimento, con le garanzie di sempre: coraggio e resilienza.
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